martedì 24 maggio 2016

Verso una valutazione autentica

4 commenti:

  1. Negli ultimi anni si è assistito a un profondo ripensamento delle modalità di valutazione didattica, che si è riflesso sia nelle tecniche e negli strumenti valutativi, sia nella «filosofia» con cui pensare il momento della valutazione e le sue relazioni con il processo di insegnamento/apprendimento.
    Sintesi di tali cambiamenti è l’espressione «valutazione per l’apprendimento», coniata da un gruppo di lavoro sulla riforma della valutazione nel Regno Unito in opposizione alla locuzione «valutazione dell’apprendimento».
    Con quest’ultima si assegna all’atto valutativo la funzione di accertare e certificare socialmente gli esiti di apprendimento conseguiti dall’allievo nella sua esperienza scolastica, con la prima si assume la valutazione come risorsa formativa utile a orientare e promuovere il processo di apprendimento.
    Il principio di fondo della valutazione per l’apprendimento richiama il valore dei processi metacognitivi come strumenti di consapevolezza e controllo del proprio apprendimento.
    In tale prospettiva la valutazione diviene una formidabile opportunità per sollecitare e potenziare l’attività metacognitiva, per «apprendere ad apprendere».
    Si tratta di un vero e proprio ripensamento del ruolo e dei significati del momento valutativo, che inevitabilmente si riflette anche sui modi di pensare l’apprendimento e l’insegnamento.
    I tre momenti, infatti, non possono essere separati e disgiunti.
    Ripensamento particolarmente significativo nel caso di allievi con disabilità o difficoltà di apprendimento, per i quali il momento della valutazione diviene ancor più problematico e potenzialmente fecondo.
    (P. Weeden - J. Winter - P. Broadfoot, Valutazione per l’apprendimento, Trento, Erickson, 2009)

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  2. L’obiettivo finale della valutazione è quello di condurre progressivamente l’allievo all’autovalutazione; ciò implica una valutazione sempre motivata e trasparente, finalizzata a migliorare il processo di apprendimento e la crescita globale della persona (valutazione formativa). La valutazione sarà di conseguenza al centro dell’attività di programmazione dei singoli Consigli di classe, che dovranno superare la visione meramente disciplinare dell’azione didattica ed uniformare metodologie e criteri valutativi

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  3. La figura dell'alunno assume un ruolo sempre più significativo nel processo di valutazione: da soggetto passivo del giudizio espresso nei suoi confronti da parte di un adulto, a protagonista in quanto consapevole degli obiettivi da perseguire, dei risultati conseguiti e da conseguire, delle proprie potenzialità e delle proprie debolezze.

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  4. Credo che, finalmente, ci si è resi conto che il momento della riflessione sull'apprendimento , sia il momento fondante della crescita dell'individuo. Ma capite come è importante per un nostro alunno poter dire che cosa ha appreso e come lo ha appreso, ma anche come intende spendere le sue nuove conoscenze... evviva!!! Si ritorna al concetto di ripensamento filosofico... E ora ditemi un po'... questo percorso è così tanto diverso da quello insegnatoci da Socrate?

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