lunedì 30 maggio 2016

RUBRICHE E PADRONANZA DELLA COMPETENZA

Il solo modo con il quale possiamo giudicare propriamente dove siamo, è legato a dove vogliamo essere (Wiggins G., 1998).
Questa introduzione di uno degli autori più compromessi nella fondazione della valutazione di tipo autentico, riassume anche la finalità dell’uso degli oggetti denominati “rubriche”: esse mirano ad educare e migliorare le prestazioni degli studenti, divenendo altresì una guida nell’essenzialità dei saperi disciplinari. Tendono quindi a superare l’idea di una verifica meramente di controllo sulle attività svolte e sulle conoscenze.
Due pilastri sui quali le rubriche si fondano sono il compito autentico (authentic task) e l’amichevole feedback sul compito. Attraverso di essi – incastonati nelle rubriche – la valutazione autentica si presenta come una vera valutazione attraverso i compiti “veri” che permettono all’insegnante di capire se gli studenti possono consapevolmente usare ciò che hanno appreso, in situazioni diverse, nuove o sempre più vicine, approssimativamente, a quelle della vita (Wiggins, 1998).


L’uso della competenza in situazione, richiedendo l’insieme di abilità e di conoscenze sulle quali si basa l’azione, permette di evidenziare il livello di padronanza di ogni studente, definita anche dall’ambiente, dal contesto o dalla natura stessa del compito.

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